Cominciai a percepirne la vicinanza dall’odore inconfondibile che mi investiva attraverso il finestrino aperto dell’auto.
Era il profumo appiccicoso della salsedine mescolato a quello di resina dei pini che intravedevo salutarmi festosi all’orizzonte.
La luce abbagliante della tarda mattinata estiva illuminava di un giallo dorato quell’ultimo tratto di viale che mi conduceva al cuore, all’essenza profonda della mia amata città del riposo.
L’azzurra coltre si stendeva soffice, arricciando talvolta i suoi lembi più vicini alla riva, bianchi lenzuoli appena stesi sul mio agognato giaciglio estivo.
Una brezza gentile mi colse depositando sul mio viso la leggera impanatura dorata di quella sabbia piacevolmente pungente e calda che mi faceva rilassare.
Corsi felice alla riva, dove molli meduse traslucide avevano apprestato per me un improbabile tappeto.
Rimasi immobile, inspirando profondamente tutto quel paradiso finché si tinse del rosso intenso del primo tramonto sul mare della Versilia nella mia nuova estate.